Mauro Mezzogori, naturopata professionista


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Intolleranze alimentari

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Col termine generico d’intolleranza alimentare s’intendono diversi tipi di reazioni avverse ai cibi o ai loro componenti che si manifestano con la comparsa di disturbi più o meno evidenti ogni volta che si assumono quegli alimenti.
Come naturopata propongo, spesso, il trattamento di uno specifico tipo di intolleranze quelle da “sovraccarico” alimentare.
Il fenomeno delle intolleranze da sovraccarico alimentare è conseguente al consumo quotidiano e ripetuto di quegli alimenti che appartengono allo stesso gruppo alimentare. Ad esempio, fanno parte del grande gruppo alimentare del “lievito di birra e prodotti fermentati” non solo i prodotti da forno (pane, pizza, biscotti, ecc.) ma anche qualsiasi altro alimento che abbia subito un processo di fermentazione, dallo yogurt ai formaggi, dal te nero al tofu. Le intolleranze da sovraccarico alimentare sono statisticamente le più diffuse e numerose ricerche scientifiche ne evidenziano la correlazione con molteplici disturbi a carattere cronico.

In questi ultimi anni numerosi ricercatori, tra i quali il dott. Attilio Speciani (direttore scientifico del portale di medicina integrata: www.eurosalus.com), hanno meglio precisato i meccanismi immunologici alla base di questo fenomeno classificandolo, come "allergia alimentare di tipo ritardato". Le allergie alimentari di tipo ritardato sono un fenomeno del tutto diverso dalle classiche allergie alimentari di tipo immediato. Infatti, non causano specifiche patologie (ad esempio un’orticaria) ma generano uno stato infiammatorio di basso grado che però è persistente e diffuso a tutto l’organismo. In senso metaforico è “la brace che cova sotto la cenere” cioè una condizione che può facilitare l’insorgenza di reazioni infiammatorie sia acute che croniche.


La tecnica che utilizzo per l’individuazione degli alimenti non tollerati è il test di biorisonanza Vegatest. In seguito, propongo una "dieta di rotazione” il cui fine è il recupero della tolleranza immunitaria intestinale.

La dieta di rotazione prevede, un’iniziale ma breve periodo (quattro giorni) d'eliminazione degli alimenti non tollerati a cui segue la graduale e progressiva reintroduzione infrasettimanale degli stessi per un periodo medio di alcuni mesi. L'obiettivo è quello di ritornare a poter mangiare liberamente gli alimenti non tollerati mantenendo solo uno o due giorni di sospensione detti "giorni di pulizia" la settimana.

Questo schema si oppone alle diete di eliminazione a lungo termine degli alimenti, spesso proposte per il trattamento di questo tipo d’intolleranze, perché ritiene che per controllare lo stato infiammatorio sia importante “allenare” la funzione immunologica della tolleranza.

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Letture consigliate
Iantorno R., Lozio L., Paganelli P. – Disbiosi e immunità – ed. Tecniche Nuove
Speciani A. - Guarire le intolleranze - ed. Tecniche Nuove
Speciani A., Speciani F. - Le intolleranze alimentari - ed. Fabbri

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