Mauro Mezzogori, naturopata professionista

Premessa
Come naturopata, nell’ambito della consulenza, utilizzo alcuni metodi d'analisi strumentale. Queste tecniche non invasive sono utili per valutare il terreno individuale, i sovraccarichi tossinici e la capacità di resistenza e recupero cioè il quoziente energetico e funzionale. Esse non si sostituiscono, in alcun modo, agli esami medici poiché non hanno fini diagnostici. Le tecniche che utilizzo, in modo integrato e complementare, sono l'esame iridologico e il test di risonanza Vega o Vegatest.

Le origini dell'iridologia moderna
Il medico ungherese Ignaz Von Peczely (1826-1911) è ritenuto il padre dell’iridologia moderna. La leggenda vuole che Von Peczely, avendo causato involontariamente una frattura ad una zampa di una civetta, osservò come sull’iride (la parte colorata dell’occhio) del lato corrispondente alla zampa ferita, fosse comparsa una macchia. Egli suppose che poteva esserci un nesso causale tra la zampa spezzata e il segno nell’iride. Nel 1886, pubblicò la prima mappa topografica iridea. La mappa era suddivisa in vari settori ed ogni settore rappresentava un organo o un apparato del corpo umano. Un segno in un determinato settore indicava un danno all’organo corrispondente.

Successivamente altri ricercatori proposero diverse suddivisioni settoriali e ad oggi esistono circa venti differenti mappe iridee. Quindi non esiste una mappa con localizzazioni definitive condivisa da tutti.

Iridologia e diatesi
Se una decodificazione settoriale e statica dell’iride suscita parecchie controversie, è invece, quasi unanime, il consenso per una sua interpretazione in senso funzionale, soprattutto per quei segni sovra-settoriali che indicano la predisposizione verso determinate disfunzioni o malattie ( terreno individuale). Ad esempio, dalla tipologia dell’iride si potrà dedurre la predispozione verso squilibri di tipo immunitario (ad esempio tendenze alle allergie oppure alle infezioni ricorrenti), metabolico (disturbi gastrici e insufficienza pancreatica) o nervoso (spasmi, disturbi del tono dell’umore).

L'esame iridologico
L'analisi dell’iride viene attuata mediante un apparecchio ottico, l'iridoscopio, che permette d'ingrandire alcune decine di volte l'occhio. Questo esame prende in considerazione i segni e le colorazioni presenti sulla sclera, nella pupilla ma soprattutto sull'iride. In particolare, sulla trama del tessuto irideo appaiono macchie, aloni, pigmentazioni, ogive, dilatazioni, restringimenti, anelli o altre alterazioni sia di tipo circolare che di tipo longitudinale, che se opportunamente interpretate permettono di valutare:

• il terreno individuale cioè la predisposizione individuale verso alterazioni funzionali o organiche.
• il tono del sistema neurovegetativo (rapporto ortosimpatico/parasimpatico) e quindi il modo di reagire alle situazioni stressanti, evidenziando, ad esempio, la tendenza alle "somatizzazioni", quali: spasmi addominali o vascolari (cefalee).
• l'equilibrio acido/basico. Ad esempio, uno stato di acidosi tissutale cronico è alla base di diverse malattie, dall'osteoporosi alla calcolosi renale.
• il carico tossinico cioè la capacità dell'organismo d'eliminare adeguatamente gli scarti dei processi metabolici o al contrario di accumularli ad esempio evidenziando un cattivo metabolismo dei carboidrati, delle proteine o dei grassi.

L'esame iridologico, in senso diatesico, è quindi utile per vagliare le predisposizioni e disfunzioni e consigliarvi adeguati comportamenti e rimedi sia in senso preventivo che correttivo.

Letture consigliate
Cappellin M. - Iridologia psicosomatica - ed. Mens Sana
Gilbert J. – L’iridologia rinnovata – ed. Ipsa
Lanza R. - Iridologia in naturopatia - ed. Espace Bleu
Markgraf A. - Informazioni genetiche attraverso la semeiotica fisica. Fegato e cisitifellea - ed. Ipsa
Ratti P.E. - Ansia, depressione, insonnia dall'iride - ed. Assiri
Ratti P.E. - L'iride specchio del bilancio acido-base - ed. Assiri