Mauro Mezzogori, naturopata professionista


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La corsa nell'evoluzione umana

Sistema DietaGIFT

La sedentarietà danneggia la salute perché il nostro organismo si è evoluto non solo per camminare ma anche per correre.

Questa è la tesi sostenuta da due eminenti studiosi americani, il biologo D. Bramble e l’antropologo D. Lieberman, nell’articolo “Endurance running and the evolution of Homo” – apparso sul n° 432 di Nature il 18 novembre 2004. Gli autori sostengono che la nostra attuale struttura corporea è il frutto degli adattamenti anatomici e fisiologici che si sono sviluppati negli ultimi due milioni di anni sotto lo stimolo indotto dall’attività della corsa di resistenza. Attività necessaria ai nostri antenati per procacciarsi il cibo competendo con gli altri predatori nell’ambiente della savana africana. Proprio la corsa su lunghe distanze avrebbe stimolato l’emergere di nuove caratteristiche scheletriche e muscolari differenziando Homo Erectus dal suo predecessore l’Australopitecus Afarensis.

Bramble e Lieberman mediante una lunga analisi comparativa tra la nostra struttura corporea (Homo Sapiens), i reperti fossili di Homo erectus
, Homo habilis, Australopithecus afarensis e le moderne scimmie antropomorfe (scimpanzé) hanno evidenziato le specificità che ci caratterizzano come bipedi corridori, come ad esempio lo sviluppo di un grande muscolo gluteo (il sedere sporgente) che è il più grosso e potente muscolo del nostro corpo.



Nell'immagine qui sotto le caratteristiche anatomiche di Australopithecus Afarensis e Homo Erectus.

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